Abitazione di Alexei Vazhin.

L’uomo legge per l’ennesima volta il fascicolo su Vladimir Menikov consegnatogli da Yuri Brevlov. Con sua enorme frustrazione, per l’ennesima volta non vi trova nulla, ma proprio nulla. La mente di Vazhin non riesce ad accettare che un uomo proveniente dai quartieri poveri possa essere arrivato a ricoprire la posizione di potere che attualmente occupa. Dovrà contattare altre sue fonti, troverà uno scheletro nell’armadio. Improvvisamente i suoi pensieri vengono interrotti da un violento rumore: qualcuno, con vigore, sta bussando alla sua porta.
“Compagno Vazhin, apra immediatamente questa porta!”.
L’uomo si interroga sul motivo e infine capisce: come può essere stato così sciocco? Deve liberarsi immediatamente…
La porta del suo appartamento viene abbattuta e Dimitri Bukharin fa il suo ingresso, seguito da un paio di soldati e persino dalla Dinamo Cremisi, come se temessero che Vazhin possa reagire con la forza.
“Non si muova da lì” intima Bukharin che poi, con precisione, si dirige verso la scrivania dell’uomo e recupera il dossier su Menikov.
Vazhin sa già quale domanda sta per essergli rivolta. “Compagno Vazhin, lei è stato destituito dal suo ruolo di capo del F.S.B. Quindi glielo chiederò una volta sola: è stato autorizzato ad indagare su Vladimir Menikov?”. E cocciutamente tace. “Se non mi risponde, questo sarà considerato atto di tradimento”. E cocciutamente tace. “Soldati, ammanettatelo. Compagno Vazhin, verrà ora condotto in una struttura di detenzione in attesa del processo”.
L’uomo viene portato via. Povero, povero Alexei Vazhin.

LA RIVOLUZIONE DI OTTOBRE - EPILOGO
di FABIO VOLINO
Editor: GIUSEPPE FELICI

 

Leitkov. 27 ottobre.

“Allora è vero che sei viva” commenta Katrina Bulikova.
“Cosa che tu non dovresti essere” ribatte Stella Nera “Tu eri impazzita, ho distrutto…”.
“Mi hai solo temporaneamente messa da parte, Laynia. Eri chiaramente invidiosa del fatto che avessi preso il tuo posto. Però come vedi non è servito a niente. C’è il tuo inutile fratello, anche, quello che non ha mosso un dito per salvarmi perché voleva tanto riabbracciare la sua sorella perduta… a costo della mia stessa vita”.
“Tu sei ancora posseduta da quel demone” accusa Vanguard.
“Credi quello che ti pare. Quello che conta è che, con Vazhin destituito, il nuovo capo del F.S.B ha scelto me come nuova Stella Nera”.
Gli eroi si guardano sconcertati.
“Come, il Guardiano Rosso non vi ha detto nulla? Ha fatto bene, evidentemente come me non vi ritiene persone degne di fiducia”.
La tensione della recente battaglia con l’Ameridroide si fa sentire in Laynia Petrovna, che attacca Katrina Bulikova, spalleggiata da Tigre Siberiana. “Maledetta!”.
Ma aprendo un portale la sua emula evita la sortita e riappare alle spalle del gruppo. “Come ho detto, voi non mi interessate. Una spia che ha disertato, come Blonsky, un essere preda di istinti animali, i figli di un terrorista e un maggiore incapace. Laynia, ti ha mai detto che prova qualcosa per te? A me l’ha confessato solo quando ti credeva morta, perché non ha il fegato”.
“Ma…” inizia Ursa Major.
“E non provare a negarlo!” grida Katrina “Vi siete tutti dimostrati assolutamente inutili e sacrificabili. Io qui davanti ai miei occhi vedo un unico leader”. La donna concentra il suo sguardo sul Guardiano Rosso.
“Dimmi, ti offro la possibilità di guidare la miglior formazione della Guardia d’Inverno che sia mai esistita. Accetti?”.

Nuova base della Guardia d’Inverno.

“L’avete trovato?” chiede Vladimir Menikov.
“Sì” risponde un soldato “Ci è appena stato consegnato dalla divisione scientifica”.
“Portate qui il prigioniero”.
Qualche minuto dopo Zeta Red, sempre bloccato da manette inibitorie, viene portato al cospetto del capo del F.S.B., che gli si avvicina.
“Zeta Red… Igor Mobilov… Voglio che tu sappia che devi la tua vita a me. Tu non parli, ma sono sicuro che mi capisci benissimo. Poche ore fa il tuo compagno Alpha è stato ucciso, ma a te è stata data una seconda possibilità. Ti è stata data perché hai servito questo paese, con onore ne sono certo, e non mi interessa conoscere le ragioni della tua diserzione. Quelli erano altri tempi, io stesso ammetto che non abbiamo dato il meglio di noi come paese. Ma adesso i tempi sono cambiati. Guardami, io sono il figlio di un soldato, un soldato che ha dato tutto per il suo paese, anche la sua vita: il suo esempio mi ha ispirato e ora sono a capo di questa nuova squadra. E tu… sarai la mia punta di diamante”. Poi si rivolge al soldato. “Gli tolga le manette inibitorie”.
“Cosa?” esclama costui “Ma…”.
“Questo è un ordine, lo esegua immediatamente”.
Con esitazione, il soldato fa quanto gli è stato chiesto, ma con sua enorme sorpresa Zeta Red non fa nulla. Rimane immobile. Menikov invece non è affatto stupito.
“Ora, Mobilov, quello che vedi davanti a te è un costume camaleontico sviluppato da alcuni scienziati governativi un paio di anni fa. Idealmente, è qualcosa di perfetto: ti camuffa alla perfezione nell’ambiente, permettendoti di compiere gli attacchi più furtivi. È stato messo da parte, però, perché ogni soldato che l’ha indossato era sottoposto a tremendi sforzi fisici, non ti nascondo che un paio di loro sono anche morti. Ma tu sei un supersoldato, compagno, tu sei la persona perfetta per indossare quel costume. Tuttavia voglio darti quello che questo paese non ti ha dato decenni fa: una scelta. Scegli tu se indossare quel costume e divenire parte di qualcosa di unico o… tornare alla vita vuota di prima”.
Zeta Red rimane ancora immobile, ma poi si muove, con tutta calma, e va ad afferrare il costume.
Menikov annuisce soddisfatto. “Ecco il nostro ultimo componente della Guardia d’Inverno” dice “Tu, Mobilov, sarai il nostro Fantasma”.

Leitkov.

Il Guardiano Rosso osserva Katrina Bulikova. Gli sta tendendo la mano, la sua offerta è veritiera, anche se quegli occhi di ghiaccio e neri come la pece sono qualcosa di inquietante. Gli altri eroi osservano il Guardiano Rosso, Stella Nera sa già quale decisione prenderà.
“Accetterà”.
“Cosa dici?” le chiede Vanguard.
“So chi è, Nikolai. Gli è stato tolto tutto in questi ultimi anni e ora ha la possibilità di riscattarsi, cosa credi che farà?”.
“E chi sarebbe?”.
La risposta non arriva in quanto, come previsto da Laynia, il Guardiano Rosso avanza verso Katrina Bulikova e si pone al suo fianco. “Accetto la tua offerta, il nostro paese ora più che mai ha bisogno di persone forti e determinate. Di loro che ne sarà?”.
“Mi sembra chiaro” dice Katrina “Loro sono in arresto”.

In una città dal nome insignificante, il diavolo tentatore Loki ha fatto la sua apparizione. Perun si prepara ad attaccare.
“Non c’è ragione di avere un atteggiamento così rude” lo blocca Loki “Non penso che tu voglia pavoneggiarti come mio fratello”.
Perun abbassa il suo martello. “Cosa vuoi? Mi sembra di riconoscerti”.
“Mi fa piacere vedere che hai già capito che sto per chiederti una cosa. Ma il tutto non passerà inosservato. Io vengo da Asgard, Perun, un luogo di grande magnificenza, un luogo di magia. E io sono colui che non ha eguali in campo di magia, su Asgard come su Midgard. Tuttavia il mio potere è stato gravemente indebolito a causa di, devo riconoscerlo, sciocchi e inutili attacchi ai supereroi di questo mondo. Quindi voglio riconquistare la mia gloria di Asgard e gli antichi favori della mia famiglia. Per questo però ho bisogno di una cosa”.
Perun non nasconde il suo atteggiamento sospettoso. Loki continua ed evoca una immagine astrale, raffigurante alcune lucenti pietre colorate. “Si chiamano Pietre delle Norne ed un tempo mi appartenevano, mi definivano per ciò che ero, un dio tra gli dei. Ma uno degli scontri di cui ti ho parlato, fece sì che io le perdessi. Sono state tra le mani di un demone e di una strega, prima di scomparire di nuovo. Solo che ora so dove si trovano”.
Perun sta per parlare, ma Loki lo interrompe. “Prevengo due inevitabili, e giuste, obiezioni. Perché non le cerco io da solo, visto che so dove si trovano, o come mai non ho chiesto l’aiuto della mia famiglia. Alla prima ti rispondo che, per un incantesimo a me ignoto, qualcosa mi impedisce di avvicinarmi alle Pietre: è chiaro che c’è una forza esterna che le vuole per sè, una forza maligna con ogni probabilità; alla seconda ti dico che è mia precisa intenzione non coinvolgere i componenti della mia famiglia poiché crederebbero che io stia mentendo loro e mi accoglierebbero prima con la spada e poi con le parole. Inoltre ho avvertito la tua angoscia, Perun, il tuo essere rimasto solo al mondo: io posso porvi rimedio, ma chiedo qualcosa in cambio”.
“Le Pietre delle Norne?”.
“Esatto. Se le ritroverai tutte, ti ridarò la tua umanità. Per sempre. Tornerai a essere solo e unicamente Valeri Sovloyev, ti riunirai alla tua famiglia e ti lascerai alle spalle tutta questa follia. Dunque dimmi, Perun: qual è la tua risposta?”.

Leitkov.

“In arresto?” protesta Ursa Major “Ma se non abbiamo fatto nulla di male”.
Katrina ride, una risata proveniente da una dimensione oscura. “Siete stati tutti complici del mio tentato omicidio, chi come realizzatore materiale, chi come complice. Abominio era già in carcere prima, tornerà nel suo giusto posto. Quanto a Tigre Siberiana, faremo solo un piacere ad ammazzare quella povera carogna. Siete già stati condannati, solo che ancora non lo sapevate”.
La rabbia monta in Laynia Petrovna. “Tu pensi di essere furba? Ti stai godendo questo momento, vero? Era quello che volevi fin da quando Vazhin ti ha inserito nel gruppo”.
“Sì, i miei obiettivi coincidono con quelli del nuovo capo del F.S.B.: è una colpa questa? Allora sì, sono colpevole”.
Stella Nera crea sopra di sé e gli altri una cupola di materia oscura. “Allora il tuo momento di gloria definitiva dovrà ancora attendere. Ricorda, Katrina Bulikova, non è ancora finita”.
Con rapidità, Laynia cala la cupola su di sé e gli altri e, quando questa sparisce, di loro non c’è più traccia.
“Cosa credi di fare con questa mossa?” la irride Katrina “Posso rintracciare la tua firma ener…”.
“No”.
La voce imperiosa del Guardiano Rosso zittisce la donna. “Lo hai detto tu stessa. Sono già stati condannati. Essere fuggiti aggrava solo la loro condizione. Che fuggano, allora: se vorranno affrontare a viso aperto noi, che rappresentiamo la vera autorità, allora saremo pronti ad affrontarli”.
Katrina Bulikova è incerta. Da un lato il Guardiano Rosso ha ragione, dall’altro non può fare a meno di chiedersi se queste parole siano dettate dal fatto che in questi giorni sia arrivato a rispettare i suoi ex compagni di squadra e quindi questo sia un ultimo gesto di stima nei loro confronti. Tuttavia la donna ricorda anche le parole di Menikov, di fare di tutto per dare al Guardiano Rosso l’illusione che lui abbia il controllo della situazione.
Così annuisce. “Sì, hai ragione. Tanto peggio per loro. Ora vieni, torniamo al quartier generale. Dobbiamo dare vita a un grande cambiamento. Dobbiamo far tornare questo paese alla gloria del passato”.

Mosca. Piazza Rossa. 29 ottobre.

La piazza è gremita, i suoi uomini hanno fatto un ottimo lavoro dichiarando questo, in via eccezionale, giorno di festa nazionale. Anche le televisioni estere sono state ammesse, nessuno deve essere tenuto all’oscuro, non hanno nulla da nascondere. Tanti giovani sono lì coi loro tablet e i telefonini, pronti ad invadere la rete di questi momenti storici. Vladimir Menikov non potrebbe desiderare di meglio. Suo padre sarebbe fiero di lui. Ma prima deve ringraziare una persona.
“Questo giorno diverrà storico anche grazie a lei, compagno Brevlov”.
“Questo giorno mi è costata l’amicizia di una cara persona, che ha perso la sua libertà” ribatte Yuri Brevlov.
“Era inevitabile e lei stesso, compagno, ha concordato con me che questo era l’unico modo. Grazie per avergli consegnato quel fascicolo in maniera anonima, di modo che potessimo arrestarlo”.
“Grazie? Quando l’ha scoperto ha minacciato di denunciare lo SHIELD all’ONU!”.
“Perché nessuno deve avere l’ardire di prendere in giro questo paese. Vazhin lo ha fatto e ne ha pagato le conseguenze. Lei rimane sempre nel mio mirino, compagno Brevlov: riferisca al suo Fury che qui in Russia non siete più graditi. Le vostre sedi locali, come anticipato, saranno riallocate per i poveri nei prossimi giorni e voi ve ne andrete. Protestate pure col Consiglio di Sicurezza: non vedo l’ora di mostrare loro il mio fascicolo, autorizzato, sulle vostre malefatte di questi ultimi anni nel nostro territorio”.
Brevlov non ribatte ulteriormente e se ne va.
Menikov manda a chiamare la sua squadra, per lui è una visione paradisiaca. Grazie a loro cancellerà la parola crimine dal suo paese. Airstrike (Shatalov); Dinamo Cremisi (Titanium); Fantasma (Zeta Red); Powersurge (Unicorno); Vanguard (Omega Red); Vostok (Gremlin). O perché protetti da armature o perché i loro tratti fisionomici sono stati modificati, non sono riconoscibili. E infine le sue due punte di diamante: Stella Nera e il Guardiano Rosso.
La folla li acclama con un grido assordante, che dura svariati minuti. Il ruolo di Menikov gli impone di rimanere dietro le quinte, quindi è Stella Nera a prendere la parola. “Grazie, grazie a tutti voi per essere qui oggi, in questo giorno storico. E cominceremo confessandovi un nostro peccato. Troppe volte in passato l’establishment russo ha mantenuto un atteggiamento distaccato nei confronti del suo popolo, ma da ora tutto cambia. Questa è l’epoca della sincerità, dei nuovi propositi di rinascita: ogni giorno i nostri uffici saranno a vostra disposizione. Potrete venire da noi e chiedere cosa noi possiamo fare per voi, perché solo il popolo conosce tutti i problemi di una nazione. In cambio vi chiediamo solo rispetto e fiducia. Il mio nome in codice è Stella Nera, ma voi potete chiamarmi anche con un altro nome, Katrina Bulikova!”.
Uno scrosciante applauso accoglie la fine del breve discorso della donna. Lei non si allontana e si gode finché può questo momento di gloria. Poi si rivolge al Guardiano Rosso, adesso è il suo momento.
“Mostra loro un gesto di fiducia” dice a bassa voce.
Il Guardiano Rosso osserva l’imponente folla, tutta gente che ha giurato di proteggere. Gente che vuole sapere chi sia il suo protettore. Un gesto di fiducia, ce ne può essere solo uno.
L’eroe si smaschera pubblicamente. “Mi chiamo Alexi Shostakov… e approvo questi Guardiani!”.

Epilogo. Prigione federale. 30 ottobre.

Alexei Vazhin riceve la visita dell’unica persona che verrà mai a trovarlo qui, Vladimir Menikov.
“Spero le sia piaciuta la diretta televisiva di ieri, un lusso che le ho voluto concedere” dice Menikov “L’unico che lei mai avrà”.
Vazhin perde infine la sua abituale compostezza. “Troverò il modo di fartela pagare! Il mio arresto è stato illegale!”.
“E invece no. Tutto è stato condotto nella più totale trasparenza e legalità. Qui l’unico che ha commesso un reato è stato lei, compagno, ne paghi le conseguenze. Io invece ho mantenuto la promessa che le feci dodici anni fa: che avrebbe ancora sentito parlare di me”.
“Tu pensi di avermi messo con le spalle al muro. Ma troverò chi tira i tuoi fili…”.
“Ecco, vede, questo è il vecchio modo di pensare. Lei pensa che, siccome io non rientro nel suo schema, sia al servizio di qualche signorotto della mala che guida le mie azioni. No, non è così. Io sono l’uomo del popolo e sono al servizio del popolo. Ma nei suoi archivi ho trovato qualcosa di interessante, qualcosa a cui anch’io avevo pensato… ma lei aveva già trovato gli uomini adatti per me”.
“Di cosa stai parlando, Menikov?”.
“Del Progetto Oscurità”.
Vazhin sbianca in volto. “Sei un pazzo, quello era un azzardo che non avrei mai messo in pratica. Trascinerai questa nazione nel baratro”.
“No, la guiderò in una nuova era, compagno. Aspetti e vedrà. Aspetti e vedrà”.
Menikov si allontana, ma Vazhin gli urla ancora dietro. “Menikov, non farlo! Non deve essere il popolo a pagare per la tua presunzione!”.
Ma lui non lo ascolta.

Prologo 1.

“Sì, Loki, accetto. Andrò alla ricerca delle Pietre delle Norne” dice Perun.

Prologo 2. Confine russo-cinese. 31 ottobre.

Due giovani ragazzi escono da un bar e si dirigono verso una vicina boscaglia. Lì ritrovano i tre loro compagni.
“Allora?” chiede Abominio.
“Le televisioni continuano a trasmettere quelle immagini” spiega Laynia Petrovna “In due giorni la nuova Guardia d’Inverno ha già sgominato una banda mafiosa e aiutato decine di persone, ripulendo interi quartieri dalla criminalità. Il Guardiano Rosso è il nuovo idolo delle folle”.
“Shostakov” commenta Ursa Major “Lo incontrai una volta, molti anni fa, poco dopo essere entrato nell’esercito. Mi dissero che era morto da eroe”.
“Molti morti sono tornati dalla tomba in questi giorni” afferma Vanguard “Anche i nuovi componenti della Guardia… un paio di loro mi sono tremendamente familiari, ma non riesco ad inquadrarli”.
“Ed ora?” chiede Abominio “Ho faticato così tanto solo per essere nuovamente ricercato dalla legge? Preferisco riconsegnarmi alle autorità allora”.
“No, Blonsky” lo dissuade Laynia “Sarebbe un suicidio, e tu lo sai benissimo. So che hai una famiglia a cui vuoi tornare, ma…”. La donna improvvisamente pare esitare. “No, non posso chiederti questo. Hai ragione, hai ragione. Sei tu che devi compiere la tua scelta”.
Emil Blonsky rimane stranamente toccato da queste parole. A Mosca c’è Nadia, ma la loro relazione non è di dominio pubblico e non oseranno fare del male a una ballerina di alto profilo del Bolshoi, famosa anche in tutto il mondo. Poi c’è suo fratello Viktor, che lo detesta. E potrebbe solo causargli altri guai se lo cercasse. C’è una sola scelta da fare. “Ho deciso che rimarrò con voi, fino a quando non avremo smantellato questa Guardia d’Inverno… Oscura. Poi troverò una cura alla mia condizione e tornerò ad una vita normale”.
“E vi giuro questo”. Laynia ritrova il suo tono spavaldo. “Vi giuro che non è ancora finita. No, decisamente non è ancora finita. Ma… Tigre Siberiana, dobbiamo lasciarlo qui”.
“Come mai?” chiede Ursa Major.
“È sotto l’influsso della Forza Oscura, non è stato padrone delle sue decisioni. Anche se per colpa di Dormammu vive in uno stato selvaggio, non siamo noi che dobbiamo decidere del suo destino”.
Laynia posa le sue mani sulla fronte di Tigre Siberana e si concentra. Le pupille nere tornano al loro originario colore azzurro, mentre lui rimane immobile. E muto.
“Possiamo andare” dice infine Laynia.
I restanti quattro si incamminano, ma ad un certo punto qualcuno richiama la loro attenzione. Illiych Lavrov.
“Scusate! Ehi, voi! L’ultima cosa che ricordo è che eravamo in quella Dimensione Oscura a combattere quel demone fiammeggiante. E ora mi ritrovo qui. Qualcuno potrebbe spiegarmi… cosa diavolo è successo?”.

Note: Incredibile, ma vero: è finita. Anche se rimangono alcuni punti in sospeso che porterò avanti con una prossima saga. Vi avevo accennato come il mio intento originario, durante il mio primo ciclo, fosse sostituire i componenti della Guardia d'Inverno con altri eroi, sconosciuti perlopiù. Ho portato avanti questo intento, mixandolo con i Dark Avengers di Bendis e gli Ultimates di Millar (va da sè che quegli Osborn e Fury hanno molto più pathos e fascino narrativo che non i miei Menikov e Guardiano Rosso).
Il Guardiano Rosso è dunque Alexi Shostakov, ovvero quello ideato da Roy Thomas e John Buscema durante il loro bellissimo ciclo di Avengers. Non è un sosia, un clone o che so io: è veramente Alexi Shostakov... ma del resto lo avete visto anche in storie recenti Marvel, quindi non devo sprecare altre parole per illustrarvi chi sia.
Due parole le meriterebbe la mia creazione Vladimir Menikov: lui era lì nella mia mente, solo in attesa di uscire, le scene dove lui compare sono state scritte con rapidità e sono quelle che mi hanno più divertito. Vi confesso ora che la mia idea originaria su di lui è che fosse veramente al servizio di un criminale, che tirava le fila dietro le quinte (la mia scelta era ricaduta sul Lukin di cui vi ho già parlato). Ma poi sapete come sono certi personaggi, tu vuoi portarli da una parte, ma loro ti indirizzano da un'altra parte. E poi quel clichè era già stato abusato. Quindi... perchè non rendere Menikov veramente un personaggio senza macchia? Veramente un uomo venuto su dai bassifondi contando solo sui propri mezzi? E così ho fatto, rendendo il personaggio (a mio modesto parere) molto più interessante. Mi sono molto divertito a scrivere le scene in cui Vazhin è incredulo per questo fatto perchè sono le stesse parole che mi sono detto io all'inizio, ma io non sono paranoico come lui... Certo, il fatto che una persona sia inattaccabile non significa che, una volta asceso al potere, non possa commettere errori. Vedremo come si evolverà la sua figura nei prossimi mesi.
Altro cambio di trama in corsa è avvenuto sul personaggio di Zeta Red. Inizialmente non era prevista una versione dark di Fantasma, poi però Menikov due episodi fa pronuncia quella maledetta frase:"non si ammazza un fantasma". E sapevo che il mio destino era segnato, la trama aveva scelto un nuovo percorso da intraprendere. Che ci crediate o meno, anche questo è il bello di questa passione.
Inizialmente il criminale principale doveva essere Machinesmith, solo che era prenotato per un'altra serie e non mi andava di chiederlo in prestito. Fortunatamente avevo appena letto Sognatori Americani di Brubaker e avevo subito trovato una valida alternativa nell'Ameridroide, sono stati necessari solo pochi cambiamenti. E la trama forse ne ha anche giovato, visto che il dialogo finale tra Laynia e il Guardiano Rosso dello scorso episodio avrebbe funzionato meno con un personaggio come Machinesmith.
Tutto questo per dirvi che, anche se non siamo professionisti, c'è comunque un lavoro di ricerca dietro la stesura di queste storie e che la passione che ci mettiamo non è solo di facciata. La Guardia d'Inverno tornerà il prima possibile, con la nuova saga "Le Cinque Giornate" e forse anche il primo annual di questa serie!

Per ora FINISCE, ma la Guardia d'Inverno ritornerà!